INTERVISTA AD ALESSANDRO BRUCIAMONTI
L’ultimo Salone del Libro al Lingotto di Torino, anche se ha registrato un aumento delle presenze, ha dovuto tristemente confermare un ulteriore calo delle vendite dei libri nel nostro paese, poco importa se è un dato comune in Europa. Il ministro dei Beni Culturali Franceschini ha suggerito che anche le trasmissioni televisive, sia in Rai che in Mediaset, dovrebbero rilanciare e recuperare il libro come oggetto di culto, nel nostro immaginario collettivo, come potrebbero essere un piatto di spaghetti o la Vespa. Nonostante tutto questo, Alessandro Bruciamonti decide di lasciare una struttura come Mondadori per lanciarsi in una nuova avventura come agente letterario ed editore, fondando l’Agenzia Studio Letterario Alef a Milano, con lo scopo di promuovere le opere di autori in portafoglio presso le case editrici italiane.
Quello che distingue questa impresa da molte altre, è che si tratta di un progetto estremamente ampio ed articolato, che non si limita alla scoperta di nuovi talenti e alla successiva pubblicazione cartacea o online degli autori selezionati: chi si rivolge alle vaste competenze e alla sfaccettata ed eclettica professionalità di Bruciamonti, deve sentirsi pronto ad essere coinvolto in un processo di crescita e di sviluppo, che dando per scontato la qualità e l’originalità dell’opera, analizza dall’inizio e per un periodo a lunghissimo termine, il contesto, le potenzialità e lo scenario futuro del libro prescelto.
All’estero, questa mentalità di approccio e di vasta divulgazione ed operazione di marketing è da tempo consolidata e riconosciuta, in Italia è ancora prerogativa di pochi e coraggiosi pionieri della conoscenza e del mercato editoriale. L’autore non è tenuto ai margini di un’operazione complessa, operazione che parte dall’eventuale assistenza sulla qualità intrinseca dei contenuti, all’adeguata pubblicazione a seconda del genere e la promozione ed eventuale traduzione, distinguendo i media prescelti e la tipologia dell’utente-lettore al quale il libro è destinato.
È con questi ambiziosi obiettivi e mettendo in moto nuove dinamiche, che Alessandro Bruciamonti, ha deciso di non limitarsi alla promozione del romanzo tradizionale ma comprendere anche la Saggistica, che spazia dalla politica, al sociale, dalla Filosofia, alla Scienza, fino alla Psicanalisi e lo studio del Diritto e della Storia. Alcuni esempi, sono necessari per comprendere la complessità ma anche il fascino intellettuale di alcuni di questi autori: Elena Agozzi, che insegna Letteratura tedesca e il suo rapporto con le arti figurative, autrice prolifica, con il saggio: “ W.G. Sebald – In difesa dell’uomo”. Pietro Barbetta, psicoterapeuta, docente all’Università di Bergamo, autore di numerosi saggi e scritti e in particolare di “Follia e Creazione”. Anche l’era del digitale è protagonista con “Sogni e Energie Digitali” di Claudia Bettiol, docente di Geopolity delle Energie Rinnovabili. Senza tralasciare il romanzo che indaga una società in continua metamorfosi attraverso le generazioni, come “Il coyote liberò le stelle” di Daniela Brancati.
Grande coraggio e spirito d’intraprendenza da imitare quello di Alessandro Bruciamonti, che non si arrende a credere nell’urgenza universale dell’atto stesso della lettura, che sia digitale o cartacea; per lui non esiste nessuna differenza, in questo mondo che ci sommerge di informazioni, parole ed eventi che non vanno però da nessuna parte: questa esigenza reale, deve poter essere indirizzata e resa possibile.
L'intervista con Alessandro Bruciamonti, editore di Sefer
La distribuzione è stato uno dei temi caldi del Salone. Si è ipotizzata la possibilità di fusione e concentrazione dei maggiori distributori, Messaggerie e Pde, che con Mondadori e Rcs si dividono il mercato. Questa ipotesi spaventa ovviamente i più piccoli editori, preoccupati di venire travolti. Cosa ci riserverà in questo senso l’immediato futuro?
Sì, è vero si parla di questa fusione unicamente per contenere i costi e questo penalizzerà i piccoli editori che troveranno troppo oneroso una distribuzione con costi fino al 55%. Penso quindi che la distribuzione diretta e la rete interverranno per coprire questo gap con esiti positivi, posto che il cittadino avrà accesso a Internet in ogni parte dell’Italia e il pagamento con carta di credito sarà sicuro. Questo ultimo fattore al momento penalizza l’e-commerce in Italia.
Gli editori indipendenti come Fuocofuochino o il Pulcino e l’Elefante pubblicano sofisticati ed inediti testi, illustrati e curatissimi ma a basso costo di produzione. C’è ancora spazio per questo tipo di operazioni culturali e di grande prestigio?
Sono convinto che, in una economia di scala, tali editori riescono a ricavarsi una nicchia che punta alla fidelizzazione del cliente e propone un prodotto di livello apprezzato dal lettore. Penso che in questa epoca di crisi non solo economica il lettore non abbia più interesse a leggere romanzi con storie improponibili nella realtà, che non fanno neanche sognare, e poi giunto alla fine si accorge di avere speso inutilmente del denaro. Ma questo è un mio giudizio personale.
In Germania, non è un caso che legga l’80% della popolazione. Alcuni sostengono che per promuovere il rilancio editoriale, ci vorrebbero delle leggi precise, come quella che funziona sul territorio tedesco, dove il prezzo è fisso o come negli Stati Uniti dove puntano sui servizi e sul digitale, operando in un mercato completamente libero e che ha facilitato la ripresa. I tuoi consigli, per dei reali cambiamenti anche da noi, dettati dalla tua esperienza quotidiana sul campo?
Finché il governo non si attiverà per un processo di alfabetizzazione a partire dalla scuola la situazione in Italia non migliorerà. Il governo Letta si era speso per la detrazione fiscale dell’acquisto dei libri ma poi per carenza di fondi il decreto è rientrato e non se ne è più fatto nulla. Qualsiasi intervento legislativo deve fare i conti col divario ancora esistente fra Nord e Sud, visto che la percentuale di lettori nelle quattro regioni meridionali è pari a quella della singola Lombardia.
L’unico incremento si registra solamente nel settore dei bambini, che portano una variazione positiva dello 0,3 per cento del mercato editoriale. Anche Alessandro Bruciamonti, si occupa di autori per l’infanzia ma in Italia siamo ancora indietro rispetto alle nostre risorse innovative e alla qualità dei nostri autori/illustratori, come Nicoletta Costa, tradotta e pubblicata in tutti paesi del mondo. Come potenziare ulteriormente questo genere letterario, ostacolato ancora dalla didattica e dal monopolio della Disney?
Al momento l’editoria per ragazzi è l’unica che registra un segno positivo nel mercato librario in Italia e non penso che marchi importanti come Disney possano ostacolare una ulteriore crescita, perché ormai il lettore sa già in anticipo quale libro vuole leggere in base alla propria cultura e l’ambiente in cui vive e si lascia meno influenzare dalle mode del momento. Questo spiega il successo di case editrici di nicchia come Lapis e Topipittori che stanno portando avanti un ottimo progetto di editoria per ragazzi. Per potenziare ulteriormente questo settore si dovrebbe puntare su un canale distributivo dedicato in modo che ogni libro abbia il suo giusto rilievo.
Un altro genere che come editore e agente spingi moltissimo è la Poesia. Anche in questo senso, ci sono grandi novità di contenuti e di sperimentazioni linguistiche. Come promuovere la Poesia contemporanea, che non viene distribuita e promossa, nel paese di Dante e Leopardi?
Secondo indagini di mercato la poesia ormai si vende soprattutto in digitale visto che ormai si può leggere un e-book non soltanto su un PC ma anche su tablet e smartphone, e questo mi sembra un ottimo modo per promuovere la Poesia e alla portata di tutti.
Tu pubblichi come casa editrice con SEFER Books in cartaceo e in e-book; ci dici qualche tuo libro, edito da SEFER Books, di maggior successo?
Ogni casa editrice non volendo essere generalista deve posizionarsi sul mercato e quindi, riprendendo la domanda precedente, posso citare la raccolta di poesie di Miro Silvera “Liber singularis con dieci disegni di Piero Fornasetti”, le poesie si accompagnano ai disegni dell’artista, e ancora il libro di ricette “Briciole di sapori” di Lorena Terenghi, un vero ricettario che si distingue perché è in formato elettronico, per menzionare i più importanti.
L’attualità e la consapevolezza civica, possono essere veicolate ed alimentate anche attraverso i libri. Un testo, voluto fortemente da Alessandro Bruciamonti e di grande valore e testimonianza, è stato: ”Libere di ricominciare” di Stefania Cazzagon, sul tema della violenza continua sulle donne. Grande successo mediatico e di pubblico. In Italia, dove i quotidiani non si leggono più, sono i casi letterari i nuovi testimoni della cronaca e del sociale?
Purtroppo il tema della violenza sulle donne è di grande attualità e i quotidiani indugiano su questo tema. Oltre al libro sopra menzionato ho pubblicato di Laura Tappatà “Troppo amore!”, saggio di filosofia sulla dipendenza affettiva delle donne, e entrambi i libri hanno avuto successo di critica e pubblico proprio perché si discostano dalla cronaca quotidiana e vogliono andare a fondo del problema. Sono casi letterari che invitano ad una mobilitazione sociale e ad interventi legislativi.
Una delle tue prossime proposte editoriali, è il romanzo “Una stagione milanese”, di Miki Solbiati e Duccio Locati, autori che hanno già pubblicato in precedenza e che in questo caso si misurano con un’opera fiction, in parte ad interviste, ma ambientata in un periodo storico, quello degli anni 80’, indagato con ironia e da più angolazioni da parte dei due scrittori. I confini tra i generi sono sempre meno rigidi. Come interpreti questo fenomeno creativo ed editoriale in atto?
Ormai il romanzo è morto, l’editoria è in crisi ma è in crisi perché bisogna ripensare ad una nuova idea di libro. Penso che bisogna andare oltre il libro, pur mantenendo ferme le caratteristiche del libro, quindi sondare altri media, illustrazioni, audio e video, è vitale per innovare, per uscire da questa impasse che blocca anche la cultura. Il romanzo “Una stagione milanese” si inserisce perfettamente in questo progetto editoriale e spero che possa fare da apripista ad altre pubblicazioni. Deve quindi cambiare la mentalità tradizionale riguardo al libro, per aprirsi ad altre esperienze artistiche.
I giornali e i quotidiani riducono le vendite, il digitale oramai è entrato con prepotenza nella quotidianità italiana, senza escludere il cartaceo, considerato una reliquia sacra di tempi remoti. Cosa prevede il futuro di Alessandro Bruciamonti?
Sul finire del secolo scorso, quando si stava affacciando timidamente sulla scena editoriale il libro elettronico, un docente universitario affermò che nel giro di pochi anni l’editoria tradizionale sarebbe scomparsa, ora questo non è successo e non capiterà mai. Quando è nata la televisione la radio non è morta, anzi è stata una spinta per innovarsi. Penso che i due diversi supporti definiranno due diversi target di lettori e modi di lettura: noi siamo latini e preferiremo sempre leggere un romanzo su carta invece la saggistica, l’editoria professionale e la didattica trarranno notevoli vantaggi dal libro elettronico. Non è una tesi ecumenica, le cose non muoiono, si trasformano adattandosi ai nuovi scenari. È notizia di questi giorni che da luglio si potrà leggere su un device i quotidiani e magazine online grazie ad un consorzio di editori. Fra pochi anni i quotidiani saranno soltanto in formato elettronico.
I giovani italiani dovrebbero essere il nuovo e futuro esercito di lettori, che al di là delle scelte specifiche di studio, potrebbero spaziare ad argomenti ed interessi diversi. Oltre alle proposte di qualità e ai prezzi relativamente bassi dei prodotto libro offerto, quali sarebbero le strategie da adottare per incrementare questo settore della popolazione?
Si dice tanto che i giovani non leggono, questa affermazione in parte è vera ma ci siamo mai domandati, anche noi editori, cosa leggono? Posto che non esiste più il sapere unico, ma nell’epoca della globalizzazione anche il sapere è cambiato, è diventato più tecnico e agisce operando dei link fra le varie parti del sapere. Sono convinto che si può benissimo spiegare ad un giovane d’oggi la teoria della relatività e di sicuro la comprenderà purché si adotti una forma divulgativa. In questo bisogna ammettere che in Italia pochi sono capaci di divulgare la conoscenza, qui sono maestri gli anglosassoni, e quindi c’è ancora uno scollamento fra l’accademia e il sapere comune. Gli studi classici saranno ancora di più un interesse di nicchia, come è sempre stato ma ora ancora di più. Quindi per interessare meglio i giovani gli editori dovrebbero considerare i loro interessi e di conseguenza pubblicare al riguardo libri con una forma divulgativa, senza scadere nella superficialità. Ma comunque un ruolo importante in tutto questo lo giocano l’ambiente famigliare e la scuola.